Immagine articolo

MANTOVA

Democrazia: è l'anno delle sfide

<p><strong style="color: rgb(255, 0, 0);">di FERDINANDO COLLEONI</strong></p><p><strong style="color: rgb(255, 0, 0);">Segretario Generale SPI CGIL Mantova</strong></p><p><br></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Il 2024 sarà pieno di appuntamenti e sfide, ma più di tutto dovremo prepararci a venti di guerra e sfide per la democrazia. Venti e sfide che purtroppo continuano ad aumentare, ad allargarsi, a intensificarsi e con esiti imprevedibili.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Il mondo è attraversato dalla terza guerra mondiale a pezzi, come l’ha definita Papa Francesco.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">In molti Paesi si voterà e questo non sarà indifferente nel determinare i prossimi equilibri mondiali. 4 miliardi di persone andranno alle urne in Paesi con diversi gradi di libertà.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Sarà importante organizzare un momento di approfondimento nel corso dell’anno sui risultati elettorali e sugli assetti politici e geopolitici che ne usciranno.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">La sfida per la Casa Bianca con Donald Trump avanti nei sondaggi; a Taiwan si sono giocati e si decidono i rapporti Usa-Cina dei prossimi anni, in India Modi è stato confermato al comando grazie al boom economico, ma violando i diritti delle minoranze; nel Regno Unito dopo il flop della Brexit e la crisi economica, finanziaria e sociale, i laburisti potrebbero sperare; in Russia con la repressione, la totale censura dei media, la propaganda statale e l’assenza dell’opposizione il risultato era scontato. Ma Putin ambisce a rimanere sino al 2036 e battere Stalin. In Venezuela Maduro ha accettato il confronto con l’opposizione.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">E poi a giugno voteranno i 27 paesi dell’Unione Europea, 400 milioni di elettori; i partiti di sinistra e del centro popolare dovranno fronteggiare la destra populista e l’Unione sarà a un bivio.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Infine, le regionali in Piemonte, Basilicata e Umbria e poi nel nostro territorio diverse sono le amministrazioni che andranno al voto, tra queste ci saranno anche Porto Mantovano e Suzzara, realtà con più di 15mila abitanti. Il prossimo 9 giugno, in concomitanza con le Europee si voterà in molti Comuni fra i quali saranno 38 i Comuni mantovani che dovranno rinnovare il consiglio comunale nel 2024, ben oltre la metà dei 64 che compongono la nostra provincia.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Alla fine il governo ha deciso: sarà Election day.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">“Mille euro in più per gli anziani. Si voterà l’8 e il 9 giugno”. Questo è l’incredibile titolo di un servizio del Tg1 il venerdì sera. Non solo il collegamento con il voto elettorale, siamo alla propaganda di regime - ma il capolavoro è stato quello di annunciare “una prestazione universale da 1000 euro per 14 milioni di anziani”.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Una bugia vergognosa, detta a milioni di italiani come se fosse verità.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Sapete a quanti toccherà quella prestazione universale che universale non è? A 25 mila persone. Perché ci sono requisiti stringenti: almeno 80 anni, livello di bisogno assistenziale gravissimo, Isee inferiore a 6000 euro e titolarità di indennità di accompagnamento.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">La prestazione sostituirà l’attuale indennità di accompagnamento e le altre misure per il sostegno della domiciliarità. Per il 2025 e il 2026, sarà composta da una quota fissa di 531,76 euro e da un “assegno di assistenza” per l’acquisto di servizi (pari a 850 euro).</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Questo è il segnale di quanta correttezza avremo in queste elezioni.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">La realtà è che i Comuni lombardi non possono più garantire gli interventi integrativi per le persone con gravi e gravissime disabilità. In particolare, senza le adeguate risorse le amministrazioni non sono in grado di erogare i servizi aggiuntivi sociosanitari, come, ad esempio, l’assistenza domiciliare, ma non solo.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">È il grido d’allarme lanciato in una lettera firmata da otto assessori di provincia in cui esprimono preoccupazioni e chiedono l’implementazione dei fondi necessari nel 2024 a garantire la qualità di vita delle persone con disabilità grave e gravissima. A firmare il documento sono gli assessori Marcella Messina (Bergamo), Lamberto Bertolé (Milano), Marco Fenaroli (Brescia), Egidio Riva (Monza), Roberto Molinari (Varese), Emanuele Manzoni (Lecco), Andrea Caprini (Mantova), Simonetta Pozzoli (Lodi).</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Si tratta delle conseguenze previste della delibera della Regione Lombardia che prevede dal 1° giugno pesanti tagli ai contributi economici destinati ai caregiver (forma indiretta) in cambio di prestazioni da offrire (in forma diretta) da parte degli Ambiti territoriali sociali che non ci sono, se non privati e a costi insostenibili.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Quello che le associazioni e le famiglie avevano già denunciato sull’assenza dei servizi da offrire a seguito della pubblicazione della Dgr 1669 del 28 dicembre, ora lo scrivono nero su bianco anche gli assessori di quasi tutti i capoluoghi lombardi che parlano di circa 17mila beneficiari totali, di cui settemila persone con disabilità gravissima (misura B1) e10 mila persone non autosufficienti gravi (misura B2). “Il nostro auspicio - scrivono gli assessori -, visto anche lo spirito stesso del Piano nazionale per la non autosufficienza, era quello che venissero implementati i servizi e quindi che gli stessi fossero aggiuntivi e non sostitutivi delle scarne prestazioni economiche fino a oggi erogate alle persone in condizione di disabilità e alle loro famiglie”.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Quindi un 2024 con la Cgil e lo Spi in campo. Da tempo la confederazione e il sindacato dei pensionati sostengono l’importanza di rafforzare il sistema di welfare italiano e adeguandolo alle nuove emergenze, rendendolo effettivamente pubblico e universale.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">“È necessario che il nostro Paese si adoperi per politiche coerenti ed è altrettanto importante un ruolo forte della Confederazione dei sindacati europei, la Ces, nel chiedere all’Europa un impegno ancora più forte nei confronti dei Paesi membri, nella verifica che quelle raccomandazioni vengano seguite e quegli obiettivi prioritari vengano attuati. A partire dall’Italia, dove purtroppo le scelte del governo vanno spesso in direzioni diverse da quelle che noi vorremmo”.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">La Cgil e lo Spi sono in campo anche su povertà, istruzione e sanità. Sono molte e diverse le emergenze sociali. La prima è la povertà.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Quasi sei milioni di persone ne sono colpite, Meloni e il suo governo hanno pensato bene di cancellare l’unico strumento universalistico di contrasto che avevamo.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">I nuovi strumenti di questo governo sono “misure che dividono, sulla base di criteri come l’età e la composizione del nucleo familiare ma a prescindere dalle reali condizioni di bisogno e di povertà delle famiglie.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Non basta avere 18 anni per essere occupabile, oltre al fatto che si può essere poveri pur lavorando”.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Inoltre non basta avere una pensione per avere il dovuto sostentamento.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Le persone più colpite dalla fiammata inflazionistica del 2023 sono quelle dei pensionati italiani, specialmente quelle appartenenti ai due quinti di spesa più poveri, che perdono tra il 2018 e il 2023 il 17 per cento del reddito reale. Risultano colpite anche le famiglie di pensionati dei quinti più ricchi, con una perdita del reddito reale pari al 12 per cento. È quanto risulta dal Rapporto Inps su famiglie rappresentative di circa 25 milioni di nuclei in Italia.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Serve allora una misura universale di contrasto della povertà, una presa in carico complessiva dei bisogni (economici, abitativi, educativi, ecc.) e investimenti nelle infrastrutture sociali.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Questo governo non ha attenzione per un sistema economico che sta soffrendo un calo significativo nell’industria manifatturiera, della produzione, del fatturato e degli ordini, con conseguenze per le persone che noi rappresentiamo.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">E questo perché ogni scelta e azione è impregnata di arretratezza, di nostalgia di un passato che speravamo superato per sempre.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">È chiaro che i piani di sviluppo, il lavoro, le pensioni, la scuola, la sanità e welfare, non sono nell’agenda politica del governo.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Diventa indispensabile come sindacato continuare a portare tutte queste problematiche al centro dell’attenzione, continuare a costruire alleanze, ma soprattutto continuare a costruire consenso, iniziativa, mobilitazione in tutti i territori, i luoghi di lavoro, tra i pensionati e i cittadini.</span></p><p><span style="color: rgb(0, 0, 0);">Le sfide sono molte, ma se non le affrontiamo ne usciremo più poveri e meno liberi.</span></p>